Se un romano del 1870 si trovasse oggi a Piazza Venezia, avrebbe l'impressione di trovarsi in un altro mondo. Tutto il vecchio quartiere che occupava la piazza è stato travolto per far posto al Vittoriano, iniziato nel 1885.
Lo sventramento urbanistico durante il periodo del governatorato romano (1926 -1944 ) tagliò l'ex via del Mare, ora via del Teatro Marcello e via Luigi Petroselli, dove, tra le pendici del Colle e piazza Montanara, c'era l'autentica "Roma sparita", quella degli acquerelli ottocenteschi di Roesler Franz, affastellata di case medioevali, pullulante di gente, botteghe, mercati e osterie. Decenni più tardi toccò anche all'intero agglomerato di case e viuzze che gravitavano intorno alla via Alessandrina e a piazza delle Carrette. La collinetta della Velia venne completamente rasa al suolo per far posto alla via dell'Impero, oggi via dei Fori Imperiali. La caratteristica della strada è data dalle statue degli imperatori davanti ad ogni Foro: quella di Cesare è la copia bronzea dell'originale che è a Palazzo Senatorio, mentre l'originale della statua di Augusto è in Vaticano. Per Nerva, il modello è stato il busto nel museo delle Terme di Diocleziano, per Traiano quello del Museo di Napoli. Una sosta obbligata nel rione è davanti al monastero delle Oblate in via Tor de' Specchi: dentro le sue mura iniziò la sua predicazione Santa Francesca Romana, patrona di Roma.
Giochi dei romani
Sua Santità bollò immediatamente il gioco, condannandolo come peccato grave e prevedendo pesanti pene ai giocatori e la reclusione per i ricevitori. Inoltre stabilì che tutti coloro che avessero comunque a che fare con il diabolico gioco fossero scomunicati “ipso facto incurrenda”. La bolla papale generò grande malcontento tra la popolazione che aveva preso a giocare con passione ai lotti di Genova , Modena e Napoli.